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Fototerapia Psicocorporea

Approfondimenti tematici

“Se conservi la mia fotografia vuol dire che mi tieni ancora nel cuore”, esordisce Judy Weiser nel suo libro “Fototerapia. Tecniche e strumenti per la clinica ed interventi sul campo”.

Le fotografie possono arrivare dove non arriva la parola, le immagini scatenano un universo di emozioni e sensazioni. Un aiuto non da poco per chi vuole conoscere meglio sé stesso, andando oltre il verbale.

Fototerapia psicocorporea - psichiatra Trento - Rosa Rinaldi

Quando si usano le fotografie, i pazienti possono realizzare connessioni con memorie, pensieri e sentimenti sepolti profondamente nel loro inconscio, non accessibili ad un ‘semplice’ contatto verbale.

Qualunque fotografia può essere utilizzata, dagli scatti personali del paziente a quelli realizzati da altri, lo scopo è quello di evocare emozioni.

Le immagini diventano quindi il veicolo per raccontarsi, per dire quello che non riusciremmo mai a comunicare a parole e per superare traumi e momenti di difficoltà.

Il modo in cui una persona guarda le fotografie riflette il modo in cui si pone davanti al mondo. Inoltre un’altra esperienza inevitabile è l’instaurazione di un rapporto interpersonale che in questo caso con l’uso del medium fotografico diviene più intenso.

Le immagini fotografiche possono essere considerate come gli equivalenti visivi di certe pulsioni interne, altrettanto ricche e da decifrare razionalmente.

Si può assistere alla riparazione di certi traumi che in questo caso il soggetto può ricordare ed elaborare, anche con una attivazione corporea che preveda l’espressione delle emozioni in un ambiente protetto.